Con queste parole il giorno delle sue esequie, Ivanno Cervellati, ricordava Arduino Capra.
Il giorno 19 Settembre 2009 si è spento Arduino Capra, dopo un’esistenza quasi interamente spesa nell’impegno politico e nell’amministrazione della cosa pubblica.
Vicesindaco del Comune di Imola dal 1956 al 1980, fece parte delle giunte guidate dai sindaci Vespignani, Ruggi, Gualandi e Solaroli e, infine, negli ultimi anni della sua vita politico-amministrativa, ricoprì la carica di Presidente delle Aziende Municipalizzate di Imola.
Nel corso di quegli anni straordinari e operosi per la nostra collettività, Arduino potè farsi apprezzare e amare indistintamente, per la sua onestà, la sua profonda umanità, il suo non comune senso di attaccamento al lavoro e per l’impegno che profuse nell’affrontare i compiti inerenti alle sue pubbliche funzioni.
Gli anni della sua protratta attività di amministratore, coincisero, infatti, con la delicata e complessa fase della grande trasformazione della nostra città, contraddistinta da un intenso sviluppo sociale ed economico, da un’espansione urbanistica imponente e, di conseguenza, dalla necessaria realizzazione di fondamentali strutture, scolastiche, sportive, sanitarie che permisero a Imola di raggiungere quel livello di eccellenza che ancora oggi le è riconosciuto in ambito regionale e nazionale.
Uomo di poche parole e poco incline alle esposizioni mediatiche, egli dimostrò sempre un’innata diffidenza nei confronti delle astrattezze ideologiche e degli estremismi verbosi e inconcludenti, che contraddistinsero, purtroppo, gran parte di quella lunga stagione che lo vide come uno protagonisti più influenti della vita cittadina.
I suoi modi erano semplici e diretti e le soluzioni proposte, solide ed essenziali, erano concrete e realizzabili, come coloro che lo conobbero ebbero modo più di una volta di sperimentare.
Sempre disponibile al confronto, fu rispettoso delle idee degli altri, convinto come fu che tutte le idee, quando non preconcette, potevano concorrere a individuare e ad attuare le soluzioni migliori.
Quasi certamente furono questi caratteri distintivi della sua personalità e questa spontanea naturale visione non ideologica, ma fortemente pragmatica della realtà, a spingerlo, ancora giovanissimo all’idea del socialismo riformista e a indirizzarlo, sin dalle sue prime esperienze politiche, verso le pratiche attività amministrative.
Le sue origini erano contadine. Essendo nato nel 1918 aveva perciò avuto modo di conoscere direttamente le dure condizioni a cui erano costretti a vivere in particolare i braccianti e i contadini, negli anni del capitalismo nascente, i governi avevano relegato ai margini della società, considerandoli come dei sovversivi pericolosi e nemici dello Stato.
Queste esperienze e la frequentazione assidua dei socialisti imolesi che a cavallo dei due secoli erano gli eredi diretti del retaggio Costiano, gli consentirono di venire a contatto con quella tradizione, ancora viva nelle nostre terre, nata dalle lotte che i riformisti condussero nella Valle Padana e in Romagna sin dai primi anni del Novecento, attraverso le organizzazioni sindacali, il movimento cooperativo e le prime felici esperienze degli amministratori locali.
Una tradizione, questa, che si radicò talmente nella nostra gente, che nemmeno il duro inverno del ventennio fascista riuscì a soffocare.
Su questa solida tradizione riformista si formò dunque Arduino Capra e con lui molti imolesi che abbracciarono l’idea socialista. Come possono testimoniare chi ebbe la fortuna di conoscerli, erano spesso uomini semplici ma ricchi di una umanità profonda, buoni ma ostinati e intransigenti, temprati spesso da una lunga lotta antifascista.
Traendo ispirazione da queste esperienze e da queste idee si può con sicurezza affermare che Arduino, come familiarmente lo chiamavano i suoi compagni e gli imolesi, fu profondamente coerente con in tutta la sua attività e anche quando, come accade spesso in politica, fu costretto a piegarsi a compromessi e accomodamenti, non perse mai di vista le idee fondamentali che, comunque, orientarono sempre la sua attività amministrativa e politica.
Purtroppo, l’ultima fase della sua esistenza non gli ha risparmiato la dura prova di vivere con grande amarezza il declino della sua parte politica e, più in generale, l’attuale involuzione de imbarbarimento della vita politica e sociale del nostro Paese.
Non ci si deve perciò meravigliare se per chi come lui aveva concepito la vita come milizia, con la consapevolezza alla fine di averla coerentemente e onestamente spesa nello spirito originario del socialismo riformista dei suoi padri, mal sopportasse gli anni presenti.
Di fronte ad una cultura volta a esaltare la ricerca del successo con ogni mezzo e l’individualismo più sfrenato e cinico, la vita esemplare di Arduino Capra può dunque essere assunta oggi come un modello e un contributo importante per il patrimonio ideale e politico della nostra comunità